Capodanno in condivisione — Un centinaio di volontari per trecento ospiti seduti a tavola
Condivisione e ascolto. Questi i due capisaldi del Capodanno di Condivisione organizzato all’istituto Graziani con la collaborazione dell’Associazione I. E. S. S. e del Comune di Bassano del Grappa. Una macchina ben oliata messa in moto da ormai quindici anni fin dall’autunno per culminare nella serata di San Silvestro, che, nell’edizione 2018, ha contato ben trecento ospiti e un centinaio di volontari. Un evento che per tanti ospiti rappresenta un appuntamento fisso e un’occasione esclusiva per trascorrere un momento di festa consumando del buon cibo e scambiando due chiacchiere in compagnia. «Siamo ben rodati - racconta un volontario - anche se ogni volta cerchiamo di imprimere una ventata di nuovo, lasciando la massima libertà di gestione ai volontari e di rotazione nei vari gruppi tra sala, cucina, intrattenimento, musica e altro, pur con delle direttive generali». «Una condivisione - spiega Daniele, dell’associazione I.E.S.S. - che inizia dallo spirito di gruppo, in crescita fin da quando sono cominciate le prime riunioni tra volontari per organizzare la serata: quest’anno, volutamente, si e cercato di fare in modo che chi voleva dare una mano non si presentasse, per quanto possibile, all’ultimo minuto, ma partecipasse all’organizzazione fin dai mesi precedenti, rafforzando l’idea di condivisione sulla quale viene basato questo tipo di Capodanno». Riunioni necessarie per preparare un evento di una certa portata e, particolare fondamentale, totalmente a costo zero. Per rendere possibile tutto ciò. uno dei punti fermi è rappresentato dalle raccolte alimentari avviate fin dai primi di dicembre nei supermercati del territorio al fine di procurare da una parte gli ingredienti alla base del cenone e, dall’altra, gli alimenti che comporranno i pacchi alimentari consegnati agli ospiti al termine della serata. Un Capodanno, quindi, dedicato ai senzatetto? Sì, ma non solo. Famiglie, stranieri, persone anziane o che non festeggerebbero in altro modo, categorie tra le più differenti riunite sotto lo stesso tetto e attorno allo stesso menu: una cena, quella del 31 dicembre, preparata materialmente dai volontari e guarnita inoltre dalle pietanze fornite da ristoratori e panifici del bassanese che da anni collaborano all’iniziativa. Ospiti da una parte, volontari dall’altra, ma senza separazioni nette: un cartellino al collo di ciascuno, con il nome di battesimo, per identificare le persone senza specificarne il ruolo, cosicché tutti possano interagire e condividere in libertà. Una serata perciò, al di là del grande lavoro e dell’ottima organizzazione, incentrata sulle relazioni, costruita per dare spazio all’ascolto, capace di far emergere un clima che va ben oltre le consuete «infarciture» natalizie. Come ha affermato qualcuno dei partecipanti a fine serata: «Religioni, razze e idee sedute a tavola tranquillamente: un miracolo oggi».